Il Servizio Idrico Integrato (SII) è un sistema complesso, la cui efficienza dipende sempre più dalla capacità di gestire e interpretare un’enorme e variegata mole di informazioni. Negli anni, il SIT (Sistema Informativo Territoriale) o GIS (Geographic Information System) si è affermato come uno strumento indispensabile per la gestione delle reti, ma oggi è fondamentale ridefinirne il ruolo: da mero visualizzatore cartografico a piattaforma centrale per la gestione del dato, per l’asset management, la modellazione idraulica, il rilievo di campo e la pianificazione delle manutenzioni. L’obiettivo è creare una “fonte unica di verità” capace di incamerare e distribuire informazioni profilate all’intera organizzazione, garantendo coerenza, correttezza e tempestività.
I silos operativi all’interno di una utility tipo, superabili grazie a strumenti collaborativi
Troppo spesso, la percezione del GIS si ferma alla sua valenza estetica: una bella mappa ricca di simboli rappresentanti gli oggetti e filtrati per gli attributi; in gergo si parla di “tematizzazioni”. Tuttavia, la vera potenza di un GIS per il SII risiede nella sua capacità di essere un gestore robusto e dinamico del dato geometrico e alfanumerico. Non è la bellezza del tratto grafico a fare la differenza, ma l’affidabilità, la completezza e la strutturazione delle informazioni che esso contiene. Ogni asset, ogni tratto di rete, ogni valvola, ogni utenza deve essere un nodo di conoscenza interconnesso, non un semplice simbolo su una mappa. Questo approccio “data-centric” è il prerequisito per l’integrazione di tutte le funzioni vitali di una Utility. Un GIS concepito in questo modo diventa il fulcro per:
Articolo pubblicato sulla Rivista Servizi a Rete (n.5 – sett-ott 2025)
Disponibile anche sulle pagine online di serviziarete.it.