Con il Decreto direttoriale n. 143 del 6 novembre 2023 il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha stabilito le caratteristiche tecniche dei sistemi di geolocalizzazione da installare sugli autoveicoli adibiti al trasporto di rifiuti speciali pericolosi, come previsto dal regolamento attuativo del RENTRI (Registro Elettronico Nazionale per la Tracciabilità dei Rifiuti).
L’obbligo riguarda tutti i soggetti iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nelle categorie 1, 4 e 5, limitatamente ai veicoli che trasportano rifiuti pericolosi. Le tempistiche di adeguamento sono state scaglionate in base alle dimensioni aziendali: le grandi imprese dovevano conformarsi entro il 15 dicembre 2024, mentre per le PMI il termine era fissato al 15 giugno 2025, scadenza ormai trascorsa.
Il provvedimento ministeriale individua requisiti tecnici puntuali:
I sistemi dovranno inoltre garantire continuità operativa e protezione da manomissioni, pena la non conformità ai fini dell’iscrizione o mantenimento all’Albo.
👉 Scarica qui il modello di autodichiarazione AGEST (Delibera n. 3/2024, Allegato A)
Di seguito le principali scadenze che imprese e gestori devono tenere a mente:
Questa roadmap rappresenta un passaggio graduale ma strutturato verso un sistema di tracciabilità digitale pienamente operativo e integrato.
Oltre all’adeguamento tecnico, l’introduzione dell’obbligo comporta una revisione dei processi organizzativi e documentali. L’attività di trasporto rifiuti, già soggetta a tracciamento tramite formulari digitali e registri cronologici, dovrà ora essere supportata da un’infrastruttura tecnologica capace di registrare ogni spostamento in modo certificabile, consultabile e integrabile con i sistemi informativi aziendali.
Questa evoluzione è coerente con l’approccio perseguito da ARERA e dal MASE, che punta a rafforzare i controlli ambientali attraverso l’uso di dati oggettivi, digitali e interoperabili. La geolocalizzazione assume quindi un duplice valore: strumento operativo e presidio di trasparenza nei confronti degli enti preposti al monitoraggio.
Pur configurandosi come adempimento, il nuovo obbligo può diventare occasione per introdurre buone pratiche di controllo della flotta, ottimizzare i percorsi, verificare le tempistiche e migliorare l’affidabilità del servizio. La possibilità di correlare i dati di tracciamento con eventi operativi (carichi, scarichi, anomalie) consente di costruire una reportistica più precisa, utile anche in sede di audit ambientali o rendicontazioni periodiche.
Il passaggio a un sistema di tracciabilità evoluto permette inoltre di intercettare tempestivamente comportamenti anomali o situazioni critiche, come soste non autorizzate o deviazioni dal percorso previsto, migliorando la sicurezza lungo la filiera.
Per le imprese che dispongono già di sistemi di bordo o software gestionali avanzati, il focus sarà garantire la conformità tecnica ai requisiti del decreto e l’interoperabilità con RENTRI. Alcuni gestori hanno già intrapreso percorsi di digitalizzazione integrata, dotandosi di piattaforme in grado di tracciare i mezzi, correlare i dati con le operazioni di campo e conservare le informazioni in formato consultabile, secondo criteri di inalterabilità e continuità.
In quest’ottica, soluzioni come la sala controllo web LEO, sviluppata da I&S Informatica e Servizi, risultano già conformi alla normativa e offrono un’infrastruttura in grado di evolversi tempestivamente non appena saranno definite le specifiche tecniche per l’integrazione con RENTRI. Ma al di là dello strumento, è il cambio di approccio che conta: dal semplice adempimento formale a un uso strategico del dato per migliorare la qualità e la responsabilità del servizio.
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